Quante separazioni attraversiamo nel corso dell’esistenza. E quante di queste ci lasciano in frantumi così a lungo!
La separazione esiste perché esiste il concetto di morte. E prima di lasciare definitivamente il corpo fisico noi sperimentiamo molte morti dentro noi stessi, a cominciare dalla morte di ciò che credevamo di essere fino a pochi istanti prima che il nuovo irrompesse in noi.
Ma chi non ha provato almeno una volta la felicità assoluta di pensare come se le cose durassero per sempre?
Il “per sempre” è divino, e se le cose durano per sempre il divino entra nella mia anima, ed io ne sono degno. Salvo poi scoprire, dolorosamente, che era solo un’illusione.
Il “per sempre” non è un’illusione, proprio perché è un’energia divina, però, non può stare fissa in ciò che scorre. E la vita, la molteplicità dell’esperienza, il confronto con moltissime situazioni relazionali non sopportano la fissità.
Il “per sempre” io posso trovarlo solo nella grazia del mio cuore, ed è lì che trovo il Divino.
Il Divino vive in me quando è intatta e salva la gratitudine profonda per ciò che lascio andare, perché è grazie a ciò che lascio andare che io sono arrivato fino a qui, ed è grazie a ciò che lascio andare che posso proseguire con coraggio il mio cammino.
Ecco alcuni versi della canzone di Vinicio Capossela “Ovunque proteggi”… sentirla è emozionante:
“Ho sassi nelle scarpe
e polvere sul cuore,
freddo nel sole
e non bastano le parole.Mi spiace se ho peccato,
mi spiace se ho sbagliato.
Se non ci sono stato,
se non sono tornato.Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore,
adesso e per quando tornerà il tempo…
Il tempo per partire,
il tempo di restare,
il tempo di lasciare,
il tempo di abbracciare.
…
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore.
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.”