Costellazioni Familiari

Le Costellazioni sono la via giusta per te?

 

Ciò che è Vivente si può solo vivere, si può solo esperire. Se il tuo sentiero ti ha portato qui, e ti domandi se Costellazioni possono essere una via per te, allora forse la tua Anima ti sta chiedendo di salire ad un nuovo livello per percepire ed affrontare tua vita. Ella ha trovato un luogo per sentire come rispondere alle domande che più attanagliano il tuo cuore.

Io sono una Costellatrice diplomata, ma i miei diplomi non servono a garantirti i risultati che forse credi di cercare. I miei diplomi dicono altro. Dicono che io come te ho sempre cercato tanto per ritrovare il senso della vita che mi affannavo ad inseguire, e quando ho incontrato le Costellazioni Familiari esse sono state per me l’Oceano dove tutti i fiumi assetati del mio cammino potevano essere accolti, e la mia vita risorgeva.

Da quel momento mi sono messa a servizio totale perché altri potessero essere abbracciati e guariti dall’Universo insieme a me.

Quando andare, quante volte andare sarai tu a sentirlo. Le Costellazioni sono un lavoro che muove un nuovo senso di responsabilità spirituale. Il progressivo Risveglio da tutti quegli incanti che ci incatenano in situazioni dolorose e ripetitive è come respirare la Libertà stessa. Per questo non posso che dirti: vai e senti tu stesso! Con me o con altri non ha alcuna importanza: la tua Anima sa benissimo dove deve condurti, e nulla di ciò che tenta va perduto.

"Quando qualcuno mi chiede l’autorizzazione per utilizzare qualcosa che ho detto o fatto mi sento contrariato, come se fossi il padrone di queste scoperte, esse non hanno fatto altro che rivelarsi e appartengono a tutti.
Ho semplicemente avuto delle intuizioni e sono felice se altri ne avranno".

Bert Hellinger

 

Il metodo di Bert Hellinger

 

Le Costellazioni Familiari : uno strumento pluridimensionale di trasformazione profonda. Un metodo in apparenza semplice, asciutto, essenziale, eppure così toccante ed incisivo che se ne rimane rapiti. Conduce a guardare il mondo, la vita e relazioni in modo nuovo, e questo non avviene con sforzo, né passando per il piano cognitivo o dialettico.

Il grande merito di aver dato loro un nome ed una incondizionata dedizione va a Bert Hellinger, la cui storia biografica, intessuta di valori religiosi, è ricca di incessanti ricerche per tradurre amore e compassione nei nodi dolorosi che vivono nelle vicende umane. Egli ha raccolto molti elementi attraverso l’esperienza di realtà gruppali indigene e questo ha confluito in uno studio della sistemica familiare, che egli ha sempre di più elaborato con nuove idee, intuizioni profonde, scoperte importanti. Grazie a lui, questo mondo sommerso ha cominciato a rivelarsi, e a diffondersi sempre più, ed egli stesso ha permesso a questa metodica spirituale di evolversi in una direzione sempre più sottile ed incisiva nella vita di molti.

È possibile credere che l’impulso profondamente religioso di Hellinger si sia alchemicamente fuso con i suoi studi rigorosi, inerenti le scienze terapeutiche. Si può quindi ravvisare, in questo matrimonio di due aneliti virtuosi, la nascita di quell’atteggiamento sacerdotale che accoglie le forze cosmiche per condurre la buona volontà umana a sciogliere la sofferenza e a ricollegarsi con la più alta volontà spirituale.

Questa preziosa dedizione alla leggi dell’Amore sono le Costellazioni Familiari ed esse accolgono la volontà di lavorare su di sé, promuovendo una mirabile espansione di coscienza. Il movimento spirituale che esse creano ha la capacità di far tornare a fluire la vita nelle relazioni, siano esse parentali o di qualunque altro piano dell’esistenza, e riescono a sbloccare energie interrotte da conflittualità o incomprensioni. Sanno donare nuovi occhi alla coscienza, che silenziosamente impara a vedere la realtà con colori che prima non erano percepibili e questo agisce su tutti i piani implicati nell’esistenza di una persona, che comincerà a leggere tutti i suoi ambiti sotto la luce di un nuovo ordine, un ordine che potrà riparare quello che il caos ha separato e danneggiato.

Quali domande fare in una costellazione?

 
Probabilmente non esiste tema che non sia degno di essere affrontato dalle Costellazioni Familiari, anche perché il movimento della Costellazione rettificherà una domanda imprecisa conducendola verso le vere cose importanti. Tuttavia il rigore e lo spessore della metodica può spesso richiedere che la domanda attraverso cui viene posto il tema da affrontare debba essere riformulata, per le molte ragioni che un Conduttore di Costellazioni può sentire. Per lo stesso motivo e per la comunione che il Conduttore ha con il Campo/Forza dell’Universo, potrebbe darsi che una Costellazione non sia sostenibile in un dato momento. Quando ciò avviene, se un nuovo sguardo sta cominciando a destarsi, si può cogliere che qualcosa sta agendo ugualmente, proprio attraverso la potenza di un non-evento, e, semplicemente, si può confidare nel fatto che alcune cose saranno più chiare in seguito.

Cosa posso aspettarmi
da una costellazione sistemica?

 

Il metodo si può delineare con una breve descrizione: in un gruppo di partecipanti seduti in cerchio in modo confortevole e con uno spazio vuoto al centro, una persona chiede di lavorare su una sua problematica. Per effettuare la domanda, il richiedente si mette alla destra del Conduttore e a lui la rivolge. In seguito alla richiesta, occorre ‘mettere in scena’ i personaggi, che sono insiti nelle parole della stessa richiesta formulata dalla persona. Tali personaggi possono essere i componenti di una relazione problematica in famiglia, piuttosto che entità apparentemente astratte, come il sintomo di una malattia, un’eredità contestata o dissidi aziendali, ecc. Il Conduttore porterà il richiedente a scegliere liberamente nel gruppo persone che facciano da rappresentanti, mentre talvolta li sceglie egli stesso. In uno stato di raccoglimento, le persone scelte cominciano a percepire il Campo e, lentamente, hanno empaticamente accesso ai nessi che agiscono all’interno del sistema relazionale che stanno rappresentando, e senza esserne consapevoli manifesteranno fedelmente, le emozioni, i blocchi e le vie di scioglimento presenti in quella realtà energetica.

Ma per coloro che “rappresentano” i personaggi simbolici è di grande importanza il fatto che la vicenda della persona rappresentata, a loro sconosciuta, li riguarda molto profondamente e sincronicamente, e per questa ragione il loro mettersi a servizio porterà scioglimento e beneficio anche alla loro vicenda di vita.

Nell’attuazione del movimento prodotto dai rappresentanti, il Conduttore è in grado di cogliere infinite informazioni presenti nel Campo e fa pronunciare ad alcuni delle frasi. Queste, come in un caleidoscopio, fanno evolvere il movimento e si producono nuove immagini, che hanno il potere di vivificare lo stato asfittico del disequilibrio in cui, generalmente, si incagliano le realtà sofferenti. Le frasi che vengono fatte pronunciare dal Conduttore, essenziali e precise, suscitano spesso fortissime emozioni, sia nel richiedente che nei rappresentanti, e possono produrre altri movimenti oppure giungere ad un nuovo equilibrio. Il Conduttore sa sentire quando il movimento di una Costellazione è compiuto e invita i partecipanti a tornare ai loro posti.

I movimenti prodotti in una Costellazione anticipano la trasformazione che muoverà verso una disidentificazione da quegli stati dolorosi con cui interpretiamo la nostra vicenda esistenziale; ciò ha luogo appena cominciamo ad onorare il dono della vita e tutti coloro che l’hanno resa possibile e la promuovono, anche offrendoci delle prove.

Le Costellazioni Familiari permettono scioglimenti impensabili, attraverso il riconoscimento empatico di leggi precise che governano la Vita umana, ma che sono in perfetta armonia con il più grande ordine dell’Universo, anche se noi non l’afferriamo. Malattia, sofferenza, conflitto, insuccesso sono tutte disarmonie che chiedono solo di cogliere quale ordine sia stato violato o disatteso e le Costellazioni anelano a rimetterci in contatto con esso, affinché possiamo rieleggerlo nella nostra esistenza.

Il Campo, prodigioso bacino spirituale

Verrà chiamato Campo cosciente, Campo Morfico, campo morfogenetico e di certo le Costellazioni Familiari si avvalgono e muovono attraverso un Campo denso di informazioni sottili che hanno il potere di offrire nuove immagini a ciò che è invece fermo e bloccato nella nostra percezione ordinaria.

Tale Campo è qualcosa che attinge trasversalmente a spazio e tempo e, per quanti possano essere i tentativi di collocare il metodo in una chiara connotazione che poggi su base scientifica, come ad esempio le infinite connessioni con la Meccanica Quantistica, di fatto saremo rimandati ad una dimensione misteriosa ed occulta. Tuttavia è importante ricordare che nell’universo si trovano tutte quelle grandiose forze, come ad esempio l’energia elettrica, che occulte sono solo prima che l’uomo possa imparare a disporne. In questo senso, se le Costellazioni Familiari non possono considerarsi come qualcosa di scientifico, conferirgli un carattere magico, nel senso deteriore del termine, sarebbe solo causa di incomprensione. Un atteggiamento di grande apertura e devozione verso tutto ciò che è sconosciuto non può che permettere il contatto con possibilità insospettate.

Il Campo è ovunque, è sempre presente e, nelle Costellazioni, esso è delimitato dalle persone in cerchio, un mero simbolo di qualcosa di infinito con infinite informazioni. In esso tutti i tempi coincidono: passato, presente, futuro. Esso non è solo un bacino di informazioni, ma è la matrice stessa delle informazioni. Ciò significa che il Campo ci determina e ci condiziona, ma noi lo influenziamo a nostra volta, in una produzione infinita e dinamica di realtà viventi che interagiscono, intessendo, in un incessante incontro, forze che vengono dal passato e forze che vengono dal futuro. L’interazione operata dalle Costellazioni potrebbe avere una grande attinenza con quella fascia di memoria cosmica chiamata Akasha, descritta da testi esoterici indiani e ampiamente ripresa da Rudolf Steiner:

“Quando un essere arriva ad una esistenza corporea, con la sua morte fisica perisce anche la parte materiale. Non spariscono però nello stesso modo le forze spirituali dalle quali la corporeità trae la sua origine; esse lasciano la loro traccia, la loro impronta esatta nella sostanza spirituale del mondo; e chi attraverso il mondo visibile si rende capace di elevarsi alla percezione di quello invisibile, giunge finalmente a vedere dinanzi a sé qualcosa che si potrebbe paragonare a un vasto panorama spirituale, in cui sono impressi tutti i passati eventi del mondo. La scienza occulta dà a queste incancellabili tracce di tutto ciò che è spirituale il nome di cronaca dell’akasha, dove, col termine di sostanza-akasha s’intende caratterizzare l’elemento spirituale perenne degli eventi cosmici e non solo le loro forme caduche”[1].

Dal passaggio che segue si può invece intuire quanto sia necessaria e preziosa l’interazione umana con le energie sottili presenti in questa memoria cosmica:

“Le rivelazioni di entità e fenomeni nella sostanza dell’akasha sono le più sottili di tutte quelle cui l’uomo può accedere. Le conoscenze occulte che l’uomo acquisisce non albergano solo nella sua anima, esse sono impresse anche nella sostanza d’akasha del mondo. Quando rendiamo vivente nella nostra anima un pensiero della conoscenza sovrasensibile, esso viene anche iscritto immediatamente nella sostanza dell’akasha. per l’evoluzione generale del mondo è importante che queste impressioni vengano fatte, perché queste impressioni che l’umanità può fare, e che noi descriviamo come scienza occulta, possono essere compiute solo dall’uomo, non possono essere operate da nessun’altra entità al mondo”[2].

 

Ne consegue che durante una Costellazione le frasi che vengono dette dai rappresentanti sono impressioni, percezioni e nuovi atti che vengono operati ed iscritti in questa cosmica realtà vivente ed hanno il potere di apportare immenso bene, rispondendo a leggi di riconciliazione e di amore.

La connessione a questa vivente rete cosmica richiede uno stato di ricettivo abbandono alle verità più alte. Una disposizione senza intenzione. Questo stato, naturalmente, quanto più è evocato dal Facilitatore tanto più diviene un sentire partecipato nel gruppo, che vi aderisce nel semplice ‘permettere’ che qualcosa si esprima attraverso di sé.

La connessione al Campo talvolta è così palesemente visibile in un rappresentante che si può notare una vibrazione appena rilevabile della sua fisicità, come fosse un’antenna capace di accogliere suoni impercettibili. I suoi movimenti, in questo caso, sono lenti, gli occhi aperti, la presenza alla realtà non ne viene diminuita, sebbene la partecipazione al movimento sia completamente aderita.

[1] R. Steiner, Verso il Mistero del Golgota, Milano, ed. Antroposofica, 2012, p. 10.

[2] R. Steiner , La scienza occulta nelle sue linee generali, Milano, ed. Antroposofica, 1985, p. 115.

Il ruolo del conduttore di Costellazioni

 

La meditazione, lo spazio preparato con cura, il calore, l’equanimità, l’attenzione, la concentrazione, la respirazione sono alcune delle forze messe in atto dal Conduttore, affinché una Costellazione Familiare possa essere esperita e realizzata. La condizione cercata dal Conduttore volge verso la creazione di un livello di coscienza più elevato per ogni componente del gruppo e, più nello specifico, per colui che pone la richiesta. Un livello di coscienza più elevato diventa affine alla natura personale di ognuno e, quindi, non più in contrasto con essa. Un’armonizzazione che rende possibile un cambio di frequenza che permette di acconsentire ed afferrare ‘ciò che è’ , ovvero di entrare nel sereno mondo delle ragioni altre, quelle che trascendono le nostre ragioni spesso così miopi.

L’Ispirazione è quell’altezza spirituale che può tradurre dal Campo informazioni decisive per promuovere movimenti evolutivi importanti. Più questa inspirazione vive nel Conduttore, più la miriade di informazioni presenti nel Campo diventa per lui leggibile.

Talvolta le linee di sviluppo di una Costellazione possono essere così essenziali che l’intervento del Conduttore sembra renderlo, insieme agli altri, quasi un mero spettatore di un prodigio che appare. Eppure questa è proprio la straordinaria emanazione del valore prezioso insito nel ruolo del Conduttore: la volontà di dissolvere i contorni della sua persona nel puro servizio all’Universo. E’ chiaro che colui che accede al ruolo di Conduttore ha in sé una vocazione profondamente terapeutica. Tuttavia svolgere questo ruolo significa sviluppare un’attitudine che volge nel suo opposto: la volontà di non guarire alcuno, ma l’essere consapevole spettatore insieme agli altri di ciò che il Campo guarisce in ognuno. Soprattutto egli non si avvale di punti di vista protettivi, che non aiuterebbero il cliente a guardare le potenziali realtà di cui dispone. Il Conduttore non è dalla parte dei singoli, ma dalla parte del Tutto, specialmente di coloro che da quel tutto silenzioso emergono per lui, come figure dimenticate ed escluse, perché siamo tutti collegati in un Campo Spirituale più vasto. È impensabile e causa di molto dolore il credere di poter escludere qualcuno o qualcosa.

Il Conduttore non ha intenzioni, non ha obbiettivi. Egli si mette a servizio dell’Invisibile con una grande apertura di cuore ed è capace di ritirarsi in uno spazio cavo e vuoto dentro sé per cogliere come procedere in ogni istante. L’attimo presente è la sua vocazione, la capacità di rendere la sua attenzione vivente, ovvero capire cosa conti in questo preciso istante. Ciò lo rende continuamente esposto al rischio di non sapere come procedere. Gli occorre, quindi, un’attenzione capace di fluttuare nello spazio delle molteplici forme e informazioni, che la sua percezione coglie, senza poter poggiare su schemi e memorie precostituite, che possano indicare la soluzione. Se il Facilitatore è ispirato, la soluzione non viene cercata, ma viene colta quando e se essa può rivelarsi.

Questo ruolo richiede un coraggio molto profondo, visibile tanto nel non avere punti d’appoggio, quanto nel non temere ciò che gli viene incontro. E tale coraggio deve dare un posto a tutto, anche alla paura che molto spesso egli può provare: paura dell’agire, dell’attendere, del non risolto, dell’inaspettato. Ecco che il Facilitatore, in anni di preparazione, ha acquisito tecniche, conoscenze ed interpretazioni per poi perderle coscientemente nel flusso dell’Inaspettato, verso cui volge il suo sguardo pregno di fiducia nell’Invisibile. Per queste ragioni, la preparazione di un Conduttore di Costellazioni Familiari non può che poggiare su una potente formazione ed autoeducazione spirituale; quella, cioè, che non confida sull’esperienza, perché essa apporti un’acquisizione di schemi riproducibili, ma solo affinché essa possa costituire la ripetuta opportunità di sperimentare questa condizione di vera connessione al vivente.

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